Installatori impianti: visura camerale in regola, ma per ottenere gli incentivi serve il rinnovo

La variazione alla normativa riguarda tutte quelle attività che si occupano di installare impianti a basso impatto ambientale o della manutenzione di impianti già esistenti (come le caldaie, che necessitano di un controllo annuale).

Se dalla visura camerale l’azienda è già stata qualificata per eseguire questo tipo di lavori, le nuove direttive ministeriali potrebbero mettere tutto in discussione: più che l’esperienza pregressa nel settore e i titoli maturati nel tempo, a rendere effettivo a livello legale qualsiasi lavoro o collaudo è una certificazione, che però va rinnovata ogni tre anni.

Il fatto di avere una vecchia certificazione in scadenza non assicura automaticamente il rinnovo: questo potrebbe, a lungo andare, penalizzare un mercato basato in gran misura dagli incentivi statali. Infatti, il governo italiano ha recepito le normative europee per dare degli incentivi a chi installa un impianto a basso impatto ambientale, portando così posti di lavoro in un settore altrimenti in crisi.

Se per ottenere l’incentivo il cliente doveva semplicemente presentare le fatture, sicuro che nella visura camerale sarebbe risultata la regolarità dell’azienda contattata, ora è necessaria anche la certificazione di durata triennale rilasciata dalla Camera di Commercio.

In seguito a questa ulteriore complicazione della burocrazia, secondo l’ente di riferimento per queste attività (CNA) a rischio sarebbero ben 80mila posti di lavoro, tra chi è stato penalizzato dal rinnovo e chi ha dovuto aggiornare la visura camerale perdendo ore lavorative agli sportelli delle Camere di Commercio di riferimento.

Per aggiornare la certificazione, dopo aver ottenuto la dichiarazione che la pregressa documentazione per installare gli impianti è in regola, spesso le stesse Camere di Commercio chiedono ulteriore documentazione, per poi verificarne l’esattezza caso per caso. Un ulteriore ritardo per chi opera nel settore: le aziende si trovano così a seguire un lunghissimo iter burocratico, sperando che i documenti vengano accettati e si possa finalmente proseguire con i lavori con una garanzia in più per il cliente che vuole risparmiare sulla bolletta elettrica con un nuovo impianto.

Il ministero ha fatto sapere che la qualifica andrà verificata “a nominativo”: prima di iniziare, l’azienda dovrà dimostrare che il tecnico inviato abbia tutte le certificazioni aggiornate del caso per poter installare o verificare un impianto in piena regola.

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