Il rapporto tra case in legno ed energie rinnovabili
Sono sempre di più in Italia le persone interessate alle case in legno. Un fatturato di quasi 400 milioni di euro all’anno, 225 aziende specializzate ed il numero di edifici in legno raddoppiato in pochi anni ne sono le dimostrano. Il motivo di questo nuovo interesse sono molti. Le case in legno infatti sono più economiche e più rapide da costruire, sono anche più ecologiche ma soprattutto garantiscono grazie al loro ottimo isolamento termico un sensibile abbattimento dei costi e delle risorse impiegate per riscaldamento e condizionamento. L’azienda Friul Wood House che si occupa della costruzione di case prefabbricate in legno a Udine ci spiega qual è il rapporto tra case in legno ed energie rinnovabili.
La prima cosa da dire sulle case in legno è che grazie alla loro alta possibilità di personalizzazione e alla loro struttura solida, non pongono limiti all’installazione di sistemi per l’autosufficienza e l’efficienza energetica. Via libera quindi a pompe di calore, caldaie a condensazione, pannelli fotovoltaici e centrali a biomasse.
Chi decide quindi di costruire una nuova casa realizzandola in legno e dotandola di impianti come quelli appena citati ricalca anche gli obiettivi del cosiddetto Decreto Rinnovabili, la legge n.28/11 che in Italia ha dato una notevole spinta al mondo delle energie rinnovabili in Italia. Questa legge, in estrema sintesi, impone che i nuovi edicifi costruiti o quelli sottoposti a restauri importanti siano dotati di sistemi per l’autosufficienza energetica capaci di coprire il 50% del fabbisogno energetico dell’edificio stesso.
La sensibile riduzione dei consumi assicurata dall’alto potere isolante del legno (che garantisce inverni più miti ed estati più fresche) unite alla possibilità di installare sistemi per la produzione di energia rinnovabile, vanno a braccetto con l’acronimo Nzeb. Questa dicitura, che sentiremo sempre di più nominare nei prossimi anni, sta per “near zero energy building”. In altre parole si tratto dell’obbligo imposto entro al 2020 agli edifici privati ed entro il 2018 agli edifici pubblici di utilizzare un livello quasi zero di fonti energetiche non rinnovabili.